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Retaggi

14/10/2011
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Senza volerlo – nè poteva essere diversamente – Don Peppino Profeta, ormai arrivato alla frutta, mi ha generosamente offerto lo spunto per un’indagine di microsociologia, avente come oggetto lui e i suoi padroni;  oggi infatti il nostro Peppiniello ci ha dato l’ennesima riprova dell’insistenza ossessiva, “anancasmica” direi, dei topgonzi sul sesso come argomento da usare contro i “fessi”, addirittura funzionale al concorrere a definirli come tali:  i fessi infatti per definizione non scopano, tutt’al più si masturbano.  Ma qui, cari lettori, entra in campo ben più e ben altro che la semplice questione dell’altrui fessaggine, tanto cara ai topgonzi; qui essi spostano inconsciamente la loro azione anti-fessi dall’ottusità di questi ultimi ad un terreno assai più delicato e rivelatore:  i fessi, infatti, possono essere scherniti anche perché non copulano o al massimo sono degli onanisti, cioè, secondo l’ottica dei loro censori, essi non sono, evidentemente, dei veri maschi;  quali si considerano, invece, i censori in questione, che talora dichiarano, talaltra sottintendono la loro normale – o forse straordinaria – attività copulatoria.  Espresso così il discorso topgonzico avrebbe anche una sua logica, volendo:  se si parla strettamente in termini di naturale attività sessuale, considerata come normale, mentre è reputata anormale la rinuncia a quest’ultima;  ancorché non volontaria, nel caso dei fessi, stando ai topgonzi.  Il fatto rivelatore è invece proprio la citata insistenza dei Nostri – esplicita e non –  su tale opposizione, ossia:  noi  siamo veri uomini, in quanto maschi – o masculi, sarebbe opportuno dire a questo punto – perché scopiamo, e voi fessi no, perchè non scopate.  Insistenza che rivela senza meno il bisogno impellente, costante, ineludibile, di riaffermare sempre e comunque la propria virilità contro i fessi, per quanto considerati categoria infima;  a ripetere l’ormai logoro retaggio italico, soprattutto meridionale, che identifica sic et simpliciter l’essere uomini con la mascolinità, il mero portare e usare (o meglio, il dire di usare) gli attributi:  vuoi vedere che i topgonzi sono arcaici italioti insicuri?

PS:  per usare una metafora cara al retaggio di cui sopra, disperiamo che ai topgonzi crescano mai le palle, viste le belle cosette che essi continuano a scrivere su tutto e tutti restando comodamente anonimi.

ADDENDUM:

Forse post hoc, propter hoc, cioè a seguito del presente post, forse no, comunque confermandone l’assunto, i topgonzi oggi sono tornati per l’ennesima volta sull’argomento “masturbazione”, usando il solito mocio da pavimenti nella colonna di destra :  cari ragazzi – visto che vedete onanisti dappertutto – guardate che il voyeurismo compulsivo è una brutta faccenda…

7 commenti leave one →
  1. 14/10/2011 10:20 PM

    bel pezzo! complimenti Tor

  2. 14/10/2011 11:45 PM

    Muchas gracias, illeduca.

  3. 15/10/2011 6:27 am

    Mi associo ai complimenti dell’esimio Duca, dico solo una cosa: il vero uomo non ostenta e non chiede mai! 😉

  4. 15/10/2011 10:46 am

    Bella questa pubblicità Mi ricorda mattinate ottobrine in cui, dopo esersi sbarbati , si metteva il dopobarba, e poi si usciva a vedere la teoria della multiforme umanità legata alla vita. Altro che stare in casa, come i Nostri, a “rodersi il fegato come roditori” (cit) 😉

  5. 15/10/2011 10:54 am

    Che roditori sarebbero se non si rodessero il fegato? 🙂

    • 15/10/2011 2:04 PM

      e comunque la masturbazione per loro deve essere un grave problema, se non fanno altro che pensarvi e proiettarla sugli altri. Forse vedono troppi film del genere “gonzo” ? 🙂

      da wikipedia
      Nella cinematografia pornografica, il genere gonzo si riferisce a quelle produzioni in cui il cineoperatore o il regista prende parte all’azione, parlando agli attori, o partecipando come attore egli stesso. In questo tipo di film gli attori sono liberi da copioni da recitare o interpretare. Il regista non riprende una recitazione ma un evento reale che si sviluppa in presenza della telecamera. L’obiettivo di questa attività è coinvolgere al massimo lo spettatore finale e conferire un senso di realtà piuttosto che di finzione.
      E’ una tecnica che trae origine da un analogo genere teatrale nel quale si cerca di abbattere la barriera ideale che separa gli attori dallo spettatore. È anche una tecnica economica e ben adattabile ad attori ed attrici semiprofessionisti o non professionisti. Nel gonzo non c’è trama ed i costumi e la scenografia non hanno una particolare rilevanza. Gli attori e le attrici fanno sesso in modo non tradizionale, e per questo decisamente spettacolare. Nel montaggio finale del film il regista ed i tecnici tendono a non accorciare le scene, operando il minor numero possibile di tagli.

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